Piccolo Museo San Paolo

Reggio Calabria (RC)

madonnaconbambinoIl Piccolo Museo San Paolo o Museo San Paolo è un museo di Reggio Calabria, il cui fondatorefu Mons. Gangemi, sacerdote colto, autore di pubblicazioni, testi teatrali, fine conoscitore del Greco antico e del Latino, oltre che fine dicitore. Egli volle la fondazione perché tutto il suo lavoro di ricerca restasse alla città. Morì povero e conservò fino all'ultimo quella semplicità nei costumi che è solo delle persone speciali.

Il museo sorge dietro il Santuario di San Paolo (o San Paolo alla Rotonda) e presenta una collezione molto ricca. Il museo, conserva un vero tesoro di oggetti e arredi sacri e ospita una pinacoteca e una raccolta di icone. Lo spazio espositivo del museo ospita oltre 180 icone di varie epoche provenienti dai paesi balcanici, dalla Grecia, dalla Russia e dalla Calabria. Alcune molto rare sono testimonianza dei secoli di presenza ortodossa nel Sud Italia.

Di notevole importanza sono l'icona con la Madonna e il Bambino, quella con San Gerasimo e l'icona russa con calendario e rappresentazione dei 30 santi giorno per giorno. La sezione degli argenti, disposta nella sala centrale, comprende 200 opere provenienti da tutta Italia e dall'estero, tra cui una coppa e un uovo del famoso orafo francese Fabergé.

Nella sezione delle sculture si potranno osservare una "testina gotica", ritrovata a Reggio, che raffigura Federico II giovane, una gotica "Madonna con Bambino", colonne medioevali ed arabo-normanne.

Di particolare rilievo un cofanetto in stile orientale del 1776, reliquiario donato a Dio dal re Carlo di Borbone, e 40 calici, tra cui alcuni di Filippo Juvara e Pietro Juvara, 26 incensieri e 18 ostensori. Nella serie degli avori troviamo una "Madonna con bambino", gotico francese, scolpita su un frammento di zanna di ippopotamo e uno splendido Crocifisso del XVI secolo. Nella Biblioteca interessanti alcuni manoscritti dei musicisti Perosi e Cilea; nella sezione numismatica vi sono monete dai secoli della Magna Grecia all'epoca moderna. La Pinacoteca comprende oltre un centinaio di opere dal XIV al XIX secolo, tra cui una tavola di "San Michele che uccide il drago" attribuita ad Antonello da Messina.

Tra le altre 100 opere custodite nel museo spicca una tavola del 1491 de "la Vergine" attribuita a Cima da Conegliano.

Museo Diocesano Tesoro della Cattedrale

Gerace (RC)

museo-diocesano-geraceIl museo attuale, fondato nel 1996, è allestito nella cripta della Cattedrale, precisamente nella cappella di S. Giuseppe. Presto sarà trasferito nei restaurati ambienti del seminario vescovile, dove il percorso sarà arricchito dall’ esposizione di numerosi dipinti e da un pregevole arazzo seicentesco.
La raccolta comprende un considerevole numero di suppellettili ed arredi provenienti dalla Cattedrale e da altri luoghi di culto e confraternite del territorio diocesano.
Tra i manufatti di rilievo, sia sotto il profilo della qualità che per la rilevanza nella storia della diocesi, è la Stauroteca in argento dorato, pietre dure e perline portata in Gerace dal vescovo Atanasio Calceopoulos nel XIV secolo., ma in realtà ascrivibile al XII sec., realizzata probabilmente in Gerusalemme o nei laboratori normanni di Sicilia. La ricchezza e la qualità dei manufatti esposti – compresi tra il XVI e il XX secolo – testimonia la grande attenzione dei prelati, succedutisi sul soglio vescovile, nel dotare di suppellettili preziose la Cattedrale e ne documentano il gusto. Di rilievo, tra gli altri, il calice di Mons. Diez De Aux datato 1726, opera di argentiere siciliano eseguita in filigrana e pietre dure, il busto argenteo di santa Veneranda, su cui è impresso il monogramma di Gregorio Juvarra, e la splendida scultura argentea dell’ Immacolata datata 1772, commissionata dal vescovo Scoppa. Ottocentesco è l’ ostensorio raggiato di Mons. Pellicano, opera di grande imponenza e ricchezza, e altre suppellettili di argentieri napoletani quali Gennaro Pace e Romanelli.
Il percorso è arricchito da sculture lignee quali la settecentesca Santa Filomena, da un pregevole Cristo in avorio e raffinati parati sacri.

Museo Diocesano

Tropea (VV)

vetrina resti archeologiciIl museo è stato aperto nel 2004 ed è ospitato nelle sale dell'antico Palazzo Vescovile, di fronte alla Cattedrale normanna. Questa sede dispone anche di una luminosa e ampia sala per convegni o conferenze.

L'esposizione
All'interno di questo delizioso museo trova spazio (e naturale collocazione) la produzione artistica di proprietà della Diocesi di Tropea. Il portico ospita una serie di statue marmoree in ordine sparso: i santi Pietro e Paolo (XVI sec.) di fattura siciliana; un trittico seicentesco di autore napoletano con la Madonna delle Grazie, San Francesco d'Assisi e Santa Chiara. Al primo piano è esposta la collezione di dipinti. Tale collezione comprende opere che appartengono a periodi più varî. Vi sono due icone, una del XIII e una del XV secolo e brani di un affresco di scuola giottesca proveniente dal convento di Santa Chiara, databile alla seconda metà del XIV secolo. Molte sono le opere degli artisti locali, tra le quali va segnalata una consistente parte della produzione dell'autore tropeano Giuseppe Grimaldi (1690-1748), comprendente il Martirio di Santa Domenica. Altri pittori tropeani presenti sono Gaetano Bagnati, Jacopo Ruffa e Gregorio Zangone, tutti operanti nella seconda metà del Settecento. Interessanti anche le opere commissionate ad artisti napoletani, come le tre grandi tele - una Madonna del Rosario, unaMadonna del Carmine e un'Incredulità di San Tommaso - di Nicola Menzele (1729-1789), allievo di Francesco De Mura. Notevole per l'intensità del colore l'Adorazione dei pastori di Cosmo Sannio, replica di una tela del Giaquinto. Vanno infine segnalati alcuni pezzi appartenenti al Tesoro della Cattedrale, soprattutto una statua del 1738 in argento sbalzato e cesellato - in parte fuso - e rame dorato raffigurante Santa Domenica dell'argentiere napoletano Francesco Avellino. Diffuse nel percorso alcune sculture lignee, fra le quali si segnalano interessanti busti reliquiarii risalenti alla seconda metà del Seicento.

Museo Diocesano di Arte Sacra

Santa Severina (KR)

museo-diocesano-santa-severina-krFondato nel 1996, il museo ha sede nel Palazzo Arcivescovile, edificato sul finire del XIII secolo da Ruggero di Stefanunzia, ma quasi interamente riedificato sullo scorcio del XV sec. e, successivamente, rimaneggiato fino agli ultimi restauri eseguiti per rifunzionalizzare il palazzo destinato a museo.
Gli oggetti conservati nelle otto sale permettono di ricostruire l'importanza e la centralita' religiosa di Santa Severina nei singoli periodi storici, dagli inizi del cristianesimo all'epoca bizantina.

Il museo è diviso in tre sezioni: la sezione “luoghi” ha inizio nel Salone degli Stemmi , dove una postazione informatica introduce il visitatore alla conoscenza dell’ arcidiocesi: dalle catacombe alle prime basiliche, dai battisteri alle chiese bizantine, dalle strutture abbaziali alle cattedrali post-tridentine.
La sezione “Oggetti” è articolata in tre stanze, ed espone contestualizzandoli numerosi arredi sacri destinati alla celebrazione dei riti: calici, pissidi e ostensori, cartegloria e candelieri, quali allestiti su un altare, appositamente ricostruito, quali entro vetrine. Un consistente numero di reliquiari, tra cui emerge il braccio reliquiario della patrona, Santa Anastasia, testimonia la lunga storia di devozione e fede dell’ arcidiocesi.
Nelle sale successive si espongono sculture e dipinti che testimoniano un’ interessante espressione dell’ arte calabrese dei sec. XVIII-XIX, nonché illustrano, soprattutto in relazione ai dipinti, il gusto raffinato della committenza.
Infine nella sezione “Documenti” sono esposti volumi a stampa (scc. XV-XIX) e copie di pergamene, , che raccontano la storia millenaria della Chiesa e dell’ arcidiocesi di santa Severina.

Museo di Arte Sacra

Rossano (CS)

codex purpureusLa diocesi di Rossano-Cariati è depositaria di un patrimonio artistico-culturale particolarmente importante che la pone in una condizione di privilegio ma anche di maggiore responsabilità. Ecco il perché di un sito interamente dedicato ai beni culturali della Chiesa; esso è orientato a far conoscere, valorizzare e comunicare un messaggio che è quello di una cultura che si fa vita dentro l’esistenza della nostra gente, di una cultura che ha fatto la storia della nostra terra, di una cultura che ancora oggi narra la fede, la speranza e l’amore della comunità cristiana. La mia speranza, e l’impegno fattivo della nostra Chiesa diocesana, è quella di continuare, anche attraverso la cultura, a condividere la vita della nostra gente, a costruire una storia colma di ricchezza, ad annunciare una fede piena di speranza e di amore. (Mons. Santo Marcianò, Arcivescovo di Rossano-Cariati).
Il museo è stato istituito, attiguo alla Cattedrale, nel 1952 nei locali dell’ ex sala capitolare. Possiede ben sei sale espositive. Nel 1985 venne destinata a sede del museo un’ ala del Palazzo Arcivescovile i cui lavori si sono conclusi con il nuovo allestimento inaugurato nel 2000.

Percorso museale
Il percorso espositivo si sviluppa secondo un criterio tematico. Due sale sono dedicate ai Paramenti liturgici su cui è apposto, eseguito a ricamo, lo stemma vescovile e, a volte, l’immagine della Madonna Achiropita, oggetto di grande devozione. Seguono le sale dedicate alle Pergamene e Codici musicali che custodiscono l’opera più famosa dell’ intera collezione, il Codex Purpureus, un evangelario greco miniato, databile tra la fine del v sec. e l’inizio del successivo, giunto a Rossano probabilmente tra l’ VIII e il IX sec.. Sono le 15 tavole miniate a rendere unico il codex che con costituisce, unitamente alla sacra icona raffigurante l’ Achiropita, una tra le testimonianze più nobili del patrimonio artistico rossanese. Il percorso continua con le sale dedicate all’ esposizione delle sacre argenterie, tra le quali il reliquiario con l’ anello di S. Nilo. Il patrimonio del museo è costituto, inoltre, da un consistente numero di dipinti su tela e tavola – tra questi la tavola fondo oro con la raffigurazione della Pietà (XV sec.) – e da sculture in legno dipinto. Il nucleo originario del patrimonio, esposto in due stanze, si è notevolmente arricchito anche grazie alla donazione di privati, quali una raccolta di monete antiche (dal V sec a.C. fino al Regno d’ Italia). Di recente è stata creata anche una sezione archeologia.

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